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Scarpa Spin Planet: 100 miles and counting

Scarpa Spin Planet: 100 miles and counting

Scarpa Spin Planet: 100 miles and counting

L’abbiamo avuta ai piedi per un po’ ormai, inaugurata in tempi non sospetti durante il LUT Camp nelle bellissime Piccole Dolomiti, a fine Maggio. Ci ha subito colpito per la versatilità, i concetti alle spalle del prodotto e per un’estetica che ci ha strappato subito un grande ‘Sì’. A un mese di distanza, e almeno 100 miglia tested tough, Spin Planet si è presa immediatamente un posto d’onore nelle nostre scarpiere.

pic by Davide Biondani

Da dove arriva e dove va
Spin Planet nasce dall’unione di due necessità:

  • creare un prodotto versatile per atleti che non competono necessariamente in ambienti montani o tecnici, coperti da altri prodotti della linea Trail Running di Scarpa;
  • dare un nuovo punto di partenza sulla creazione di un prodotto eco-sostenibile: la tomaia presenta un mesh 100% riciclato, la schiuma EVA compressa che compone la zeppa è per il 45% derivata da componenti riciclati, il battistrada PRESA dotato di un disegno inedito è composto per il 30% da gomma riciclata;

Nella line-up di Scarpa va a inserirsi nella famiglia Spin, fiore all’occhiello del settore Trail degli amici di Asolo, ma senza sovrapporsi alle velocità e tecnicità da Skyrunning della 2.0, né alla robustezza di Spin Infinity: Un prodotto nuovo su che va a guadagnarsi un suo personale spazio, e una destinazione d’uso differente. Non di meno, si spoglia di tecnologie ingombranti a livello di eco-sostenibilità come la suola in Vibram e il diffuso termoplastico che ha sempre fatto da protagonista sulle tomaie finora.

Quel che ci è piaciuto
Fin dalla calzata, abbiamo apprezzato la tomaia davvero avvolgente sul piede, con pochi spazi vuoti: si sente il materiale elasticizzato andare a conformarsi in maniera precisa ma sempre ariosa e comoda, e si sposa davvero bene con l’ampia sezione frontale dove le dita sono libere di muoversi. Una volta che si fa pace con dei lacci un po’ troppo lunghi, si ha un’allacciatura sicura e stabile. Il feeling nelle prime corse è di un prodotto un po’ rigido che unito ad uno stacco da terra interessante (28 mm al tallone, 24 mm all’avampiede) può causare un po’ di insicurezze ai poco avvezzi delle scarpe Max Cushion.

(Coach Grazielli will say: we’re not in the first Spin anymore, Toto.)

Tempo di due-tre corse e la situazione migliora sensibilmente: la zeppa si ammorbidisce e prende maggiore forma adattandosi alla propria rullata e appoggio, godibile in tutte le situazioni dove si vuole correre con continuità, meno quando c’è da lavorare su terreno tecnico e si vuole tanto ground feeling.
Molto piacevole la rullata accompagnata: la vorremmo sempre in ogni uscita di allenamento dove le gambe vanno incoraggiate con geometrie in grado di togliere un po’ di fatica al passo, specie grazie all’ampia base di appoggio e al rocker che sotto le dita da quella smoothness in più alla falcata.

Approvatissima per la vostra prossima LUT, o magari per una 100 miglia stelle e strisce dove non ci si aspetta un terreno complesso. Ma pensando anche più in piccolo: ottima per ogni distanza intermedia su terreni appropriati a una suola versatile da percorsi misti. Questa scarpa brilla quando il passo è costante e solo gli atleti più forti muscolarmente sapranno spingerla anche su andature più veloci.

Il suo runner ideale? è per chiunque!

‘Cruising the woods’ pic by Davide Biondani

Quel che può migliorare ancora…
Pochi flaws, ma qualcosa ci è saltato all’occhio: il peso della scarpa (sopra i 300 gr dal 42 maschile in su / 280 nelle taglie centrali femminili) non farà impazzire gli amanti della leggerezza (anche) nelle lunghe distanze. Unito al periodo di break-in della scarpa, c’è da prendere molta confidenza con il prodotto prima di poter decidere se portarla su gare a tripla cifra o se mantenerla come polivalente sparring partner: all’inizio può sembrare un po’ macchinosa in corsa: basta darle fiducia. Sul funzionamento della scarpa non abbiamo trovato bias, ma visto che non si può ignorare l’elefante nella stanza: molti hanno appuntato che l’assenza del Vibram si senta. Nel nostro caso, con utilizzi su Dolomia, colline e Media montagna Piemontese, non ne abbiamo percepito così tanto la differenza; chiaro che su terreni montagnosi dove il sasso inizia a diventare preponderante sul percorso, meglio premunirsi con prodotti più grippanti (Spin Infinity, anyone?) per gestire l’umidità su sassi viscidi e l’eventuale presenza di Neve. Spin Planet nasce e viene apprezzata maggiormente su altri tipi di percorso, per cui va scelta di conseguenza.
Il tassello da 4 mm fa comunque il suo dovere, sui terreni per cui è pensato.

Final wish di Coach T.: una linguetta meno alta e dei lacci più corti.
Una volta che questa Planet verrà asciugata di un po’ di peso inizierà a brillare ancor di più: fino ad allora continueremo a godercela comunque sui sentieri, dalla Val Chiusella a Torino, da Londra alla Svizzera alle Piccole Dolomiti.

Geek Section: specs!

  • Stack: 28 mm – 24 mm
  • Drop: 4 mm
  • Peso: 305 gr il 42 EU maschile
  • Tomaia: Mesh + Microfibra ricilati al 100%
  • Intersuola: Eva media densità, riciclata al 45%
  • Suola: Mescola PRESA All Terrain Gum, tassello da terreno misto: profondo 4 mm
  • Desinazioni d’uso: Allenamento quotidiano facile/moderato, Long Runs a ritmo di Endurance, Giorno gara per qualsiasi distanza

Trovate Spin Planet in tutte le colorazioni e misure sul sito Scarpa: https://it.scarpa.com/product/26923457/spin-planet-lunghe-distanze-per-beginner-e-pro-azure-black

See you out there! #NoPlaceTooFar

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