Nuova incursione nel mondo dell’ultracycling: questa volta Stefano Rao, con l’aiuto di Coach D, ha preparato Seven Serpents, una brutta bestia sotto tutti i punti di vista. Mesi di uscite, sudate sui rulli, pianificazione meticolosa, idee malsane, e confronto. Com’è andata? Leggetevelo con le parole di Stefano.
Il primo evento Ultra non si scorda mai!
Avevo già partecipato a qualche evento unsupported su distanze di 400 e 700km, così, un po’ ingenuamente, nel Dicembre scorso decido di iscrivermi alla 7S 2024.
Nello stesso momento, scrivo un wa a Davide: “mi sono iscritto.. ho bisogno di te!”.
Credo sia stata da subito una sfida per entrambi, per obiettivi diversi, ma con il medesimo entusiasmo.
Non avevo mai seguito un programma di allenamento specifico finalizzato ad un evento. Compatibilmente con la quotidianità, ho seguito il piano strategico ed i suggerimenti di Davide, consapevole che altrimenti avrei concretamente rischiato di non chiudere il mio primo vero Ultra.
Seven Serpents è una gravel ride unsupported di 850km e 16.000 m d+, con partenza da Lubiana e arrivo a Trieste, si attraversano le foreste slovene prima di arrivare sulle coste rocciose croate, per poi sbarcare sull’Istria prima di riscendere verso la città della bora.
Come la maggior parte di questi eventi, i partecipanti non hanno a disposizione la traccia gpx sino a due settimana dalla partenza. Tutte le informazioni per iniziare a studiare il percorso si riescono a recuperare sul web attraverso i contenuti pubblicati per le edizioni precedenti. Ma non hai mai certezza che non vi siano varianti del percorso e il timore ed il rispetto per una traccia come la 7S, hanno caratterizzato tutti i giorni di avvicinamento all’evento.
Il piano di allenamenti proseguiva senza imprevisti. Nessun tipo di risentimento fisico aveva condizionato il mio percorso, e questo era per me già un primo successo. Durante altri eventi programmati prima della 7S mi accorgevo del miglioramento di forma e la conferme di Davide (nelle sue letture meticolose dei dati su TP) mi davano l’entusiasmo giusto per continuare.
Ma lo sappiamo tutti, in questi eventi la condizione mentale è quella che determina le condizioni per arrivare in fondo. Ogni evento è caratterizzato da fattori esterni che non ti permettono di pianificare ogni momento. Ma è proprio quello che mi elettrizza il cervello, che mi spinge a voler andare sempre un po’ più oltre.
La componente relativa alla preparazione fisica era ormai consolidata, il programma proseguiva senza intoppi. Era il momento di iniziare a trattare il tema alimentazione. Dopo aver seguito gli interessantissimi i webinar di Sara, i suggerimenti di Davide furono la voce che durante le mie ore di pedalata mi ricordavano di mangiare, mangiare, mangiare e bere. Arrivammo a dedurre che 50g/h di carbo sarebbero bastati a mantenere una forma costante associata ad un’idratazione di circa 1l/h.
Premesse e condizioni ottimali, mi restava solo da definire l’obiettivo: finire la 7S in 4gg!
Il 12/05 alle 7 del mattino parte la 7S, finalmente l’attesa è terminata e mi aspettano i primi paesaggi pazzeschi in terra slovena.
Decido di partire carico di cibo, sia nello stomaco sia in ogni angolo utile tra zainetto camelbag e borse. Paninetti con formaggio e miele, gel Precision e haribo incastrati ovunque. Per i primi 200km non volevo avere troppi pensieri relativi alle scorte di carburante. Le prime rampe impervie con pendenze infide (raramente inferiori al 12%) sfaldano il gruppone di 150 partecipanti. Tutto scorre, mi sento bene e la compagnia funziona.
Ma il primo temporale del tardo pomeriggio rimette in discussione l’ipotetica strategia di voler pedalare sino al km 300 circa. Dopo due ore di acqua un gruppo numeroso decide di fermarsi nell’ultimo paese prima di imboccare lo sterrato verso il Parco Nazionale Risnjak, che oltre ad essere celebre per la sua numerosa popolazione di orsi, è noto come territorio privo di civiltà. Proseguire per altri 100km sotto la pioggia ci fa desistere.
In quel momento le priorità cambiano. L’esigenza principale era quella di asciugarsi i piedi per poter affrontare la foresta di notte con 4°C. Io e Stefano (un ragazzo con cui ho condiviso molti momenti), per la più classica botta di culo, anziché una tettoia troviamo una stanza in una casa di un paese in mezzo al nulla. Sul consiglio di Davide: “ottimizza al meglio le soste”, decidiamo di asciugarci calzini e dormire un paio d’ore.
Si riparte con un caffè lungo ed i piedi asciutti verso la foresta buia e fredda. Osservati dai suoi abitanti la lascio alle prime luci dell’alba. I primi 350km e 6.000 m d+ sono stati fin troppo scorrevoli, ma in avvicinamento a Krk le cose sarebbero cambiate e l’hike a bike avrebbe testato le prime stabilità mentali oltre che fisiche ovviamente.
Alle 10:30 (27h circa dopo la partenza), dopo un interminabile single track fangoso, l’unico desiderio era quello di un piatto di pasta gigante. Alla prima trattoria, inspiegabilmente visto l’orario, ordino 250g di spaghetti bolognesi (lascio immaginare a voi i colori, i profumi ed il sapore della tradizione), ma vi assicuro che è stato uno dei piatti di pasta che ricorderò con infinita gratitudine. Supermercato di fronte per le provviste e via andare.
Non avevo dubbi in merito, ma quando il piatto di pasta “arriva alle gambe”, i km iniziano a scorrere con un’altra andatura. Sino ad uno dei passaggi più logoranti di tutto il percorso: sentiero da risalire per 250m di dislivello con la bici a spalle su rocce calcaree appuntite.
Un paio di gel e giù verso la costa, per poi risalire su rampe al 18% per poi riscendere sino al livello del mare e così via per tutta Krk sino a rendersi conto di poter prendere il penultimo traghetto delle 22 diretto a Cres. Traghetto voleva dire riposo (25 min) ma anche i successivi 140km di percorsi isolani in buona parte su asfalto, che avrebbero contribuito a riposare polsi e a caviglie che le discese sconnesse iniziavano a mettere a dura prova.
Passate le prima 40h, iniziai a dare un’occhiata al live challenge. Al km 510 mi resi conto di essere in 12esima posizione: ero partito con l’obiettivo di chiudere la 7S in 4 giorni, ma a chi non piace sognare? Ad un mio amico avevo confidato che un piazzamento nelle top 20 sarebbe stato qualcosa di pazzesco. Alle 23:30 davanti ad un panino grande come il mio casco, iniziai a credere di poter realizzare il mio sogno.
“ottimizza al meglio le soste” = digerire il panino in orizzontale, quindi un paio d’ore di riposo dentro il bivi prima di ripartire per il giro dell’isola. Perdo il traghetto verso l’Istria e vengo raggiunto da un paio di ragazzi che viaggiavano un’ora dietro me. Ma, un altro piatto di pasta (questa volta in bianco e particolarmente scotta), mi metterà nelle condizioni di proseguire al meglio per superare gli ultimi 4000m di dislivello.
Tutto procede al meglio, ma e quando ti senti troppo bene che rischi di esplodere. L’avvicinamento all’ultimo checkpoint a circa 150km dall’arrivo mi vede pedalare su un percorso collinare, che non mi sembra essere particolarmente energivoro. Ma tardo a mangiare qualcosa di solido ed un gel preso in ritardo mi spegne la luce sino a quando un distributore di benzina, ai piedi delle ultime due salite impegnative, è fornito di sandwich confezionati, snickers e bibite fresche. Mi fermo mezz’ora e faccio il pieno per affrontare le ultime salite, per buoni tratti spingendo la bici a piedi su fondi sterrati piuttosto connessi.
Il live challange mi informa che il gruppo di 4/5 riders davanti a me sono irraggiungibili (pedalano con un vantaggio di 30km) tanti quanti ne ho io su chi mi segue. Una breve telefonata a Martina (che non ha smesso, nemmeno di notte di spingermi e supportarmi) mi dà la carica indispensabile per gli ultimi 40km verso Trieste. Con circa 6h ore di sonno, dopo 82hrs e 33min, raggiungo Trieste con 850km e 16.320m d+ nelle gambe e nella testa.
Il mio obiettivo di finire la 7S in 4 giorni è stato largamente raggiunto con un inaspettato piazzamento in 16esima posizione.
Il primo Ultra non si scorda mai, così come tutte le persone che hanno contribuito al raggiungimento del mio obiettivo, a partire da Davide!
SET UP
Bicicletta: 3T Racemax Italia
Distribuzione: Sram eagle xx1 42t per 10:52
Ruote: Hunt 42 limitless
Copertoni: Pirelli cinturato gravel M 40mm
Borse: Missgrape + Camelbag con serbatoio 2L