DU COACHING

Drop that bag

Drop that bag

Drop that bag

Sempre più spesso le gare danno la possibilità agli atleti di avere sul percorso delle drop bags (o per dirla all’italiana, la famosa “sacca”).

Che cos’è? Semplicissimo, una o più sacche dove mettere dentro materiale che potrà venirvi utile durante la gara , che va consegnata prima della partenza (informarsi bene sulle tempistiche, mi raccomando) e che troverete in una o più aid station (o per dirla anche qui all’italiana, ai “ristori”). In qualche gara lunghissima (vedi Tor), avrete la stessa consegnata in ogni base vita, ma nella maggior parte delle gare ne avrete una per ogni aid station dove è prevista. Al massimo, se il percorso prevede di ripassare in certi punti, avrete accesso alla stessa borsa due o più volte.

Le sacche spesso sono lasciate all’aperto, ma anche solo durante il trasporto sono talvolta esposte alle intemperie: regolatevi di conseguenza. E fate anche attenzione che le gare che non forniscono direttamente un sacco (come fa UTMB/TDS) talvolta prevedono delle misure massime per evitare che qualcuno esageri e metta dei veri e propri bauli (vi garantisco che in America abbiamo visto di tutto messo nelle Aid Stations, dal sacchetto dell’immondizia alla scatola di plastica con lucchetto.

Ricordatevi di mettere numero di gara, nome e cognome e per non sbagliare anche a quale Aid Station è destinata. Ma soprattutto, informatevi anche su quando andare a riprenderle: ad ogni gara c’è una pila di borse non reclamate che vengono giustamente cestinate, se tenete a quello che avete dentro, pensateci prima!

“No, la mia è quella a destra di quella rossa!” Montane Lakeland 100 – All photos by Mari

Vediamo cosa mettono nella sacca gli allenatori di Destination Unknown…

Tommaso Tommy Bassa

Da LUT alle 100 miglia, da Mozart alla TDS ho sempre impostato la drop bag in maniera che contenesse sì lo stretto indispensabile, ma che fosse pronta secondo diversi aspetti:

qualcosa di utile: vestiti di ricambio, soprattutto nell’eventualità di doversi cambiare più del previsto (e a tenerli nella drop bag si risparmia volume nello zainetto), magari una giacca extra ad esempio o quell’intimo tecnico che in mezza stagione ti permette di affrontare la seconda parte di gara asciutto e di buon umore, invece che lercio, specie se ci si attarda in tante ore di gara.
qualcosa di necessario: solitamente nutrizione. Voglio utilizzare in gara le cose che piacciono a me, avere una scorta in base vita dei miei gel preferiti o di quell’integratore che so potrà aiutarmi in caso di crisi farà sempre la differenza (o per lo meno so non mi darà fastidio). 
qualcosa di vitale: crema anti chafing per dare un ‘ritocco’ ai punti critici o magari ai piedi, con un bel cambio calzino annesso se voglio prendermela comoda e fare le cose fatte bene (specie in condizioni di bagnato questo passaggio può cambiare radicalmente l’esperienza). E poi ancora un bel kit di pronto soccorso che comprenda veramente cose utili come delle forbicine e un cerotto idrocolloide come il DuoDerm Extra Sottile (si trova in farmacia). Si tratta di un cerotto con principio attivo simile a quello dei più famosi Compeed, ma a differenza di questi non si gonfia a contatto con la cute lesa o con una vescica, e quindi non occupa spazio nella scarpa: spesso il Compeed quando entra in azione crea spessori e volumi indesiderati, aggiungendo fastidi e frizioni che alla testa proprio non piace sopportare durante un’ultra.
qualcosa di inutile: che so per certo non userò mai ma che deve stare lì ‘perchè sì, perchè alla testa serve avere quella sicurezza’. A volte è un paio di scarpe in più, altre è un bastoncino spaiato nel caso di rotture (memento di una sezione di TDS senza un bastoncino, ndr) molte volte è una lampada frontale o delle batterie di ricambio per fronteggiare ogni evenienza.
qualcosa di extra: tendenzialmente la carta resurrezione. Ognuno ne ha una, io faccio in modo di averla sempre in sacca, ad ogni gara.

Quale sarà la vostra?

Francesco Paco Gentilucci

Nella mia drop bag, tendenzialmente, cerco di mettere cibo che so che potrebbe andare giù anche se non sto bene di pancia e che non trovo ai ristori, oltre ad abbigliamento di riserva.

Essenziali:

– calzini di ricambio
– maglia di ricambio
– berretto invernale di ricambio (anche se corro sul deserto)
– almeno mezzo litro di te alla pesca (per qualche ragione alle aid stations non c’è mai)
– panini con avocado e hummus
– nastro americano (ripara ogni cosa, dai bastoncini ai piedi)
– almeno 3 snickers / un pacchetto di OREO
– spazzolino da denti e dentrificio, soprattutto se incontrerò la drop all’alba (mi piace correre con i denti puliti)
– liquirizia. Sia in caramelle gommose (liquirizie ripiene) che 100% pura

Non è sempre così facile gestire un migliaio di drop bags – UTMB TDS

Andrea Guglielmetti

La mia generalmente contiene molte cose che non mi serviranno, ma che so potrebbero aiutarmi a partire più tranquillo: perché non succede…ma se succede… sono pronto!

Non sempre possiamo fare affidamento sulla crew a cui affidiamo di tutto e di più, per cui capita di dover affrontare da soli tutta la gara: dal momento che le variabili da gestire in una ultra sono molte, una drop bag pensata bene potrebbe tornarci utile per risolvere in maniera semplice e veloce alcuni problemi e permetterci di spostare l’attenzione e la concentrazione sulla gara.

Essendo maniaco dell’ordine divido tutto in pacchettini con su scritto il contenuto così riesco a perdere meno tempo e a sprecare meno energie mentali in un momento magari di scarsa lucidità.

-un paio di scarpe con abbinati dei calzini asciutti: in situazioni di grande caldo o in una gara bagnata l’uno e/o l’altro potrebbero salvarti il piede.
-indumenti di ricambio: qualcosa di fresco, caldo, asciutto potrebbe migliorare la mia sensazione di comfort. Magari anche qualcosa di diverso per far fronte a mutate o non previste condizioni climatiche.
-riserva alimentare: per non appesantire lo zaino divido il mio fabbisogno di gel/barrette in funzione delle basi vita in cui troverò la drop bag (sempre con un piccolo extra).
-gear: un paio di bastoncini, una frontale, una flask, un bicchiere, lacci per scarpe.
-kit pronto soccorso: se ne trovano in commercio di molto compatti ed essenziali e a prezzi accessibili (cerotti, bende, forbici, …). Quello che non può mancarmi sono ago e filo per gestire le mie vesciche
-plus: preparo sempre un pacchetto “replica” del materiale obbligatorio che ho nello zaino. Dovesse capitare di usare qualcosa per non stare a ripiegarlo, per viaggiare più comodo, per averlo asciutto, ho pronto il sostituto completo.

E via che si riparte!

Andrea Tarlao

La mia esperienza su gare lunghe è ancora limitata, e così osservo spesso quello che hanno gli altri per rubare qualche idea.

Quello che però non deve mai mancare nella mia drop bag è questo:

– Quantità indefinita di gel (nella speranza di riuscire a mangiarne ancora ) 

– Vaselina 

– Calzini di ricambio (anche se la mia filosofia resta quella di non cambiarli anche se sento di avere delle vesciche, preferisco non intervenire sui piedi) 

– Cibo solido che possa ovviare alla nausea da gel 

– Scarpe di ricambio ( speciese so di dover attraversare nevai/guadi) 

– Spazzolino da denti 

– Mutande , maglietta e pantaloncini. 

– Pile di ricambio per frontale ( le mie previsioni raramente hanno un riscontro reale sulla durata della mia gara) 

Western States 100, la fila di drop bags più iconica al mondo.

Davide Grazielli

Drop bag, momento perfetto per sfogare tutta la mia maniacalità. Ma vedo sopra che sono in ottima compagnia.

Per me è sempre più una coperta di Linus che una reale necessità, perché nove volte su dieci prendo su il sacchetto con i gel e le pasticche di sali (che metto in una busta Ziploc già pronta) e non tocco altro. Ma quella singola volta su dieci in cui ho bisogno di altro, la drop bag mi salva la gara, o almeno mi evita qualche ora in completa sofferenza.

Siccome cerco di evitare il cambio scarpe in gara, non le ho mai messe nella drop bag. Però un paio di calze le infilo sempre: sembra sciocco, ma il piacere di un paio di calze pulite dopo 10 ore è impagabile. E lo so che non durerà tanto, ma è un boost al morale non da poco.

Altro punto essenziale per i piedi, ma non solo, è una buona crema: ultimamente ne ho usato una specifica per la corsa e mi sono trovato anche bene, ma sono andato avanti per anni con la crema allo zinco per il cambio pannolini ed è perfetta perché resiste all’acqua e non viene assorbita: negli hotel rubo i vasetti delle marmellate piccole e metto la crema lì dentro così ne ho uno per sacca.

Inserisco sempre delle pile di scorta per la frontale, e per evitare di perderle nella sacca le unisco con del nastro americano o del tensoplast (faccio lo stesso con quelle che metto nello zaino).

Solitamente non cambio t-shirt neanche nelle gare più lunghe, più facile che nelle drop metta un ricambio del secondo strato: se ho dovuto indossarlo vuole spesso dire che le condizioni climatiche non sono ottimali e che magari è bagnato fradicio. Di solito uso un capo di lana che anche bagnato tiene caldo, ma a livello di comfort mentale mettersi una maglia asciutta non ha prezzo.

Insomma, sto abbastanza sull’essenziale: cerco di evitare di perdere ore a pensare a cosa dovrei o non dovrei fare, ed è per questo che metto anche gel/sali già contati in un sacchetto, mi evita il fastidio di ragionare su quanti devo o non devo prenderne, specie in un momento dove la lucidità è quella che è. Però negli ultimi anni ho imparato a mettermi un piccolo “regalo” in ogni drop, che sia un micropanino o un pacchettino di patatine o degli anacardi, mi piace trovare qualcosa che spezzi la monotonia dei gel e delle bibite dolci.

Una certa “essenzialità” fa parte del mio modo di affrontare la gara: per questo anche a livello di drop bag, cerco di stare leggero. Meno con la borsa che lascio alla mia one-girl crew (e se chiedete a lei ricorderà sicuro qualche camminata con diversi chili a spalle sotto il sole cocente o il freddo pungente), ma questo è un altro discorso.

Un’idea banale ma che può salvare un po’di tempo? Mari mi dice sempre di usare borse dai colori vivaci e sgargianti, così le riconosco subito tra le altre: me ne ha cucito alcune con del tessuto Polartec arancio che sono impermeabili, comode da usare e che si notano immediatamente nel mucchio. Un buon consiglio per riutilizzare qualche vecchio guscio con le cuciture andate ma con il tessuto ancora buono.

Cosa c’è di più riconoscibile della borsa di Star Wars? Sci-Fi geek Luigi alla SDW 100.

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