DU COACHING

Lavaredo Ultra Trail – All you need, but nothing more.

Lavaredo Ultra Trail – All you need, but nothing more.

Lavaredo Ultra Trail – All you need, but nothing more.

Con la gara dietro l’angolo, il nostro Andrea Vagliengo ci dà qualche dritta su come fare lo zaino per la LUT. Vediamo cosa suggerisce.

La conosciamo tutti come LUT, ma basta scandirne per intero il nome per ricordarci di che bestia stiamo parlando: Lavaredo Ultra Trail, 120 km di pura passione dolomitica con 5800 metri di dislivello positivo. Ad affilare le vostre armi dovrebbe averci già pensato il Coach, ma non vorrete certo farvi trovare impreparati quando vi controlleranno il materiale obbligatorio, vero?
Facciamo un rapido ripasso, direttamente dal regolamento ufficiale:

– camelbag o portaborracce che contenga almeno un litro di liquidi
– telo di sopravvivenza
– fischietto
– telefono cellulare acceso ma con suoneria disattivata
– giacca impermeabile con cappuccio incorporato e realizzata con membrana tipo Goretex, minimo 10.000 Schmerber
– maglia a maniche lunghe
– pantaloni lunghi o che coprano almeno il ginocchio
– cappello o bandana
– guanti
– lampada frontale con pile di ricambio
– tazza, bicchiere o borraccia (nessun bicchiere ai ristori)

Sembra una lista bella corposa, ma se si sceglie con attenzione il materiale da utilizzare non è difficile far stare comodamente il tutto in uno zaino da cinque litri, tenendo anche un po’ di spazio per il cibo.

Come sempre, il trucco è portarci dietro tutto il necessario, ma nulla di più. La LUT è una gara veloce, estremamente corribile, sulla quale è più importante che mai partire leggeri, lasciando a casa tutto il superfluo. Il fatto che la gara si svolga a fine giugno e presenta un’altitudine media di 1800 metri di quota potrebbe indurci a pensare che maglia manica lunga e giacca in Gore-Tex siano superflue. Le Dolomiti però sono traditrici, i temporali estivi sono frequenti e molto intensi, inoltre dobbiamo contare di stare in giro almeno una notte, se non addirittura due.

Come ci vestiamo, quindi? Cominciamo a vedere come presentarci alla partenza:
DU Coaching T-shirt from the start, ovviamente: vestibilità ottimale, comoda e traspirante, vi assicurerà almeno un 5% di cattiveria in più rispetto alla concorrenza
Manicotti in tessuto sintetico: pratici per affrontare la notte e le prime ore del giorno
Shorts: fondamentale scegliere un modello con un buon set di tasche in vita, avere gel e sali sempre a portata di mano è il miglior sistema per assicurarsi di mangiare a sufficienza durante la gara

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Montane Fang Shorts

Zaino: c’è lo zampino di Scott Jurek, uno che di trail running qualcosa ne sa, dietro la mia best choice di quest’anno: Ultimate Direction Ultra Vest 4.0, sette litri di capienza, un sistema di regolazione del fit semplice ed efficace e il miglior sistema di trasporto dei bastoncini provato quest’anno


Lampada frontale direttamente in testa: ad oggi, la Petzl Nao rimane il mio modello di riferimento ma, se non andate d’accordo col reactive lighting di Petzl, vi consiglio la Myo, lampada con la quale Coach Grazielli ha portato a termine con successo la sua LUT nel 2015. Ottime alternative, la Storm e la Icon di Black Diamond.
Guanti leggeri a portata di mano, se patite il freddo alle mani: minimo ingombro, massimo risultato.

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Montane VIA Trail Gloves

Nello zaino, invece, mettiamo quello che speriamo di non dover utilizzare affatto ma che completa la dotazione.

Giacca impermeabile: uno dei modelli più interessanti visti quest’anno è la Montane Minimus Stretch Ultra, leggera e protettiva con una vestibilità particolarmente curata, in soli 192 grammi.
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Pantaloni impermeabili, ovvero come prendere due piccioni con una fava: ottimi in caso di pioggia forte, vento e freddo intenso, sono anche un ottimo sistema per avere un pantalone che rispetti i requisiti del regolamento con il minor peso e volume possibile. Montane Minimus Pants, 145 grammi, protezione efficace e gestione degli spazi ottimale
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Maglia manica lunga: Montane Primino, una combinazione ideale di fibre naturali e sintetiche, per avere il calore che vi serve senza rinunciare alla comodità di un capo sintetico: da 140 gr se il meteo promette bene, da 220 gr se le condizioni si fanno “toste”


Cellulare
Telo termico

Se poi vi piace viaggiare tranquilli:

Cosciali e calze compressivi: se siete amanti del genere potete abbinare ai Fang un cosciale e un gambaletto Compressport, su una gara così lunga e così corribile ogni supporto è utile, inoltre prevenire gli sfregamenti rimane in cima alla lista delle nostre priorità.


Bastoncini: Abbiamo da portare a casa 5 salite, la più lunga delle quali di 900 metri abbondanti di dislivello, con una serie di ulteriori saliscendi proprio nella parte finale tra il Col Gallina e il Rifugio Croda da Lago. Un buon paio di bastoncini pieghevoli a lunghezza fissa possono rivelarsi un aiuto prezioso: Masters Trecime Fix, un modello leggero e funzionale, col grande valore aggiunto di essere perfettamente compatibile con lo l’UD Ultra Vest 4.0 e il suo sistema di trasporto. Durante le salite, potranno darvi quella spinta in più di cui avrete bisogno.


Per concludere, la scelta più importante di tutte: le scarpe. Da un punto di vista tecnico, il tracciato della LUT non presenta particolari difficoltà, ma non va nemmeno sottovalutato: il terreno dolomitico non perdona, vi aspettano 120 km di pietre, senza soluzioni di continuità. Anche nei tratti più corribili, le piante dei vostri piedi verranno sollecitate in continuazione, per cui è quanto mai importante scegliere un modello protettivo, con un’ammortizzazione sufficiente e un buon rockplate.

Qualche proposta? Beh, se vi piace viaggiare veloci e mettete al primo posto l’agilità sui sentieri, Scarpa Spin RS è il modello che fa per voi. Veloce, profilo agile e contenuto, una bella ammortizzazione e una suola Vibram Litebase che è un piccolo capolavoro.
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Se volete qualcosa di più in fatto di protezione e ammortizzazione, la Scarpa Neutron 2 è uno dei modelli più riusciti di quest’anno, perfetta per correre in montagna anche nelle condizioni più difficili.
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Infine, un consiglio non strettamente tecnico: scegliete un oggetto che per voi ha un significato importante, che vi ricordi il lungo processo che vi ha portato sulla start line di Cortina, e portatelo con voi. Che si tratti di una maglietta finisher di cui siete particolarmente fieri o del trucker DU che fa tanto Western States, riservate qualche decina di grammi per un oggetto che vi ricordi perché siete lì e che vi aiuti a tirare fuori tutta la vostra cattiveria agonistica, alla LUT non si scherza e si viaggia forte.

Noi ci saremo: e voi?

 

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