DU COACHING

The march of the damned

The march of the damned

The march of the damned

Proprio così: il primo tapis roulant fu ideato e realizzato in Inghilterra nel 1818 da Sir William Cubitt, ed immediatamente introdotto in più di 100 carceri inglesi e poi americane con lo scopo di punire i carcerati e nel contempo produrre energia a propulsione umana.

Non era altro che una grande ruota fatta a scalini che i detenuti erano obbligati a risalire come una scala infinita. Il loro passo faceva girare la ruota in modo da creare l’energia per pompare acqua o muovere una macina per schiacciare il grano. E’ per questo motivo che nel termine inglese treadmill troviamo infatti, la parola mill, mulino.

Chi lo avrebbe mai detto che due secoli più tardi uno strumento nato per punire i prigionieri sarebbe invece diventato per molti di noi la scorciatoia verso la libertà. Una valvola di sfogo, nella “prigionia domestica” di isolamento non volontario che stiamo vivendo.

Chi mi conosce sa bene, che non programmo delle uscite ne tanto meno degli allenamenti: i lunghi, le ripetute, la soglia, i progressivi… per me è un mondo estraneo. Esco quando mi va a fare qualche km vicino casa, soprattutto nei fine settimana, ma nella quotidianità sono più le volte che trovo una scusa per non uscire. Mi piace correre per vedere dei bei posti, anche gli stessi vicino casa, ma che mutano con le stagioni, o per poter esplorare e vivere luoghi nuovi quando sono in viaggio per lavoro o in vacanza. Non ho un piano di allenamento ne tanto meno di gare. Ogni tanto ne faccio qualcuna per il semplice motivo di poter vivere l’emozione di un posto a me caro o perché attratta dalla storicità di una competizione.

Quando a Marzo la situazione che tutti conosciamo è precipitata mi sono ritrovata a dover rivedere in un attimo la mia visione.

Lavoro come freelance quindi mi capita già spesso di lavorare da casa, su questo punto ero organizzata. Mi manca un po’ il confronto, personale con i clienti che semplifica a volte il lavoro, ma su quello ci viene in aiuto la tecnologia.

Della quotidianità, sarà una banalità, ma mi manca il caffè sulla piazza del paese la mattina, quel confronto umano che non si può sostituire. Entri nel bar e scivoli automaticamente nella discussione in corso. Ti confronti spesso con persone molto diverse da te, vuoi per l’età, gli interessi, lo stile di vita, ma proprio per questo motivo i loro discorsi ti fanno ragionare e vedere le cose da un altro punto di vista, in qualche modo ti fanno riflettere, ti arricchiscono.

A volte invece esci e sai anche solo quanto paga il frantoio le olive questa stagione. Che poi a dirla tutta, per me che ho solo sempre saputo quanto pagava l’uva la cantina sociale, è interessante anche quello.

Davo per scontato delle cose che scontate non lo sono affatto. La libertà in tutte le sue sfaccettature, ero così abituata ad averla che non la apprezzavo tanto quanto meritava.

Da noi un ordinanza del Sindaco ha proibito da subito l’accesso a strade pedonali e tutti sentieri se non per l’accesso alla propria abitazione.

Mentalmente devastante, rimani spiazzato. Poi ci ragioni, scavi dentro te stesso e cerchi di tirar fuori il meglio che si può. Ti crei una tua routine quotidiana con i mezzi che hai, ma alla fine è inutile, quel bisogno di fare, di sfogare quel qualcosa che non so nemmeno io cos’è ma che mi fa stare bene con me stessa, era proprio quel gesto della corsa, quel metter un piede davanti all’altro e staccare la testa.

Sapevo quale sarebbe stata la soluzione, avevo un solo dubbio che mi tormentava: ma dove lo metto? Il dubbio è stato subito risolto dal mio partner in crime, perché esistono i tapis roulant ultraslim.

Ordinato, arrivato, scartato. Emozionati come fosse la mattina di Natale.

Costare, costa. Non macina grano ma consuma energia elettrica. Il panorama è bello ma è sempre lo stesso.

Eppure io fisso il limone davanti a me, corro sudata in mezzo alla corrente per avere il vento tra i capelli, ma sorrido!

Treadmill (o ironicamente dreadmill, il mulino del terrore): raramente ci sono mezze misure, o lo si ama o lo si odia (anche se il COVID 19 ha decisamente rivisto la posizione di tanti.

Io sono sempre stato nella prima categoria: non mi ha mai dato fastidio usarlo quando disponibile, e nel tempo ho imparato ad apprezzare la possibilità di lavorare in maniera controllata e sperimentare con soluzioni differenti sia sul pacing che sulla pendenza. L’unica cosa che personalmente non riesco a digerire molto è la lunghezza: per me una session di treadmill ben fatta va dall’ora all’ora e mezza. Oltre perdo concentrazione, e credo di essere andato raramente oltre alle due ore.

Love at first sight

Il primo, evidente, benefit del treadmill è quello di essere completamente indipendente dalle condizioni esterne, che siano meteo, temporali o legislative. Sul treadmill mi è più facile ricreare sempre le stesse condizioni, cosa che per alcuni allenamenti (pensiamo ai test FTP o di VO2Max) è essenziale nel monitorare la condizione.

Il treadmill offre una superficie ammortizzata e reattiva, cosa che tendenzialmente ci aiuta ad affaticare meno i muscoli: in queste settimane, con i nostri atleti che stanno lavorando indoor, noto una capacità di recupero maggiore e la possibilità di inserire più intensità. Questo significa condizionamento maggiore a parità di volume, o stesso risultato con meno volume a seconda della fase che stiamo affrontando o come vogliamo pianificare il periodo. Il treadmill elimina molte di quelle che definiamo spesso junk miles, i chilometri spazzatura.

Altro grande vantaggio del treadmill, è poter modulare in maniera precisa la pendenza: ci apre la possibilità di lavori progressivi basati non sul ritmo ma sul gradiente, di forza muscolare sul lungo, o di capacità se ripetuta. Ma anche poter fare grossi blocchi a simulare salite continue come quelle delle ultra classiche di montagna, gestendo al meglio la continuità di sforzo ed i recuperi: dove si può ricreare una salita costante di 10/12 km al 10%? Magari con recuperi in piano ogni 3 km da 800 metri?

Se avete un treadmill che simula la discesa, o se siete abbastanza smaliziati da riuscire ad alzarlo con una traversina, potrete anche allenare le lunghe discese corribili, la classica situazione che demolisce le gambe in un’ultra con l’accentuarsi dell’impatto muscolare: una gara come Western States, o anche solo LUT, dove spesso dopo lunghe discese ci sono tratti molto corribili, la si gioca spesso più in discesa che in salita.

Qualcuno dice che il treadmill è anche divertente (cit. Roberto da Varese e/o Franz da Treviso). Non nelle loro dosi, forse. Però l’avvento di ZWIFT ha reso tutto un po’ più glamour, almeno. E con i running sensor non c’è bisogno di calibrare a mano il treadmill per avere dati precisi, e ce li ritroveremo immediatamente su Training Peaks, STRAVA o dove vogliamo caricarli: dietro consiglio di Marco ed Alessandra di HRV4Training ci siamo orientati verso RUNN perché misura perfettamente anche la pendenza ed ha un costo accettabile, ma il semplice pod di ZWIFT, quelli di STRYD o RUNSCRIBE, funzionano tutti più o meno bene. Anche le scarpe di UNDER ARMOUR con Bluetooth incorporato, sono una soluzione valida. Il vostro GPS invece no, perché l’accellerometro ha un miliardo di motivi per segnare dati fantasiosi, meglio tenerlo solo per la traccia HR.

Qualche consiglio pratico: come avrete sentito dire da tanti, tenere un 1-2% di inclinazione aiuta nel gesto, e ricrea anche la stessa resistenza che outdoor avremmo nel vento da noi generato, ad essere proprio precisi. Per lo stesso motivo, la mancanza di aria generata dal nostro spostamento, suderete copiosamente e creerete una sorta di bolla d’aria umida e calda intorno a voi: ottimo usare un ventilatore, ma anche bere spesso. Ancora più importante, i vostri battiti saranno sicuramente più alti ed il fenomeno del cardiac drift nettamente più accentuato: come sempre vi diciamo, attenzione ad usare il battito come marcatore di zone predeterminate di sforzo! In ultimo: tenete d’occhio la cadenza, il treadmill vi porta ad aumentarla, troncando spesso la fase di spinta che su un terreno in movimento è difficile da eseguire bene. Se da un lato non è male provare ad aumentare le cadenze, non lo è a discapito dell’economia di corsa: approfittiamo del treadmill per controllare sempre la nostra tecnica e trovare efficacia, non solo numerini su un display.

Have fun… e trattate bene il vostro compagno di allenamenti, ha anche lui dei sentimenti, fatelo girare spesso…

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