DU COACHING

Via Alpina: 1st attempt

Via Alpina: 1st attempt

Via Alpina: 1st attempt

Credevamo non fosse facile gestire un’estate senza gare: invece è bastato pungolarli un po’ ed hanno trovato mille modi diversi per trovare lungo. E a proposito di lunghezza, pochi hanno mirato così lungo come Francesco. A chi affascina l’idea delle traversate, a chi esalta il multiday, a chi piace l’idea del viaggio o anche solo a chi è curioso di sapere cosa vuol dire mettersi in moto per quattro giorni di corsa, ecco il racconto di Francesco Piovesan.

Passare in casa più tempo del solito è stato per me sinonimo anche di guardare più Youtube del solito e cercare di prendere spunto su qualcosa da fare in sostituzione delle gare di quest’anno. Era da qualche tempo che stavo pensando ad un multi-day che, su consiglio del Coach, sarebbe stato interessante combinare ad un FKT.

Vivendo in Svizzera, è piuttosto semplice partire da un punto e fermarsi in qualsiasi piccolo paese per prendere un bus o un treno e tornare a casa. L’idea iniziale era di fare 200km, numero tondo, e vedere quanto ci mettevo. Avevo scelto per questo un tratto della Via Alpina, una serie di itinerari sulle Alpi, da Trieste a Montecarlo. Chiaramente non potevo registrare l’FKT di un tratto della Via Alpina, quindi ho preso l’itinerario Verde che attraversa la Svizzera (ok…e il Liechtenstein) e ho deciso di provare a farlo tutto. Partenza da Lenk im Simmental, nelle Alpi Bernesi, e arrivo a Sücka, nel Liechtenstein. Secondo il sito ufficiale, 280km e 17000m di dislivello. E qui c’è stata la prima lezione: i dati che si leggono online potrebbero non essere precisi.

Via Alpina Verde, una passeggiata di salute di 280 km (forse…)

Il sito però offre una guida molto dettagliata sul percorso e la quantità di informazioni presente mi spinge a preparare un Excel in cui prevedo orari di partenza e arrivo dei singoli giorni, nonché luoghi di sosta intermedi dove poter comprare del cibo reale. Ecco la seconda lezione, che deriva dalla prima: è probabile che se le distanze non sono quelle che pensi, una tabella con orari e soste programmate serve a poco. 

Programmo comunque il materiale per 4 giorni, cercando di minimizzare quanto possibile. D’altro canto devo correre, mangiare e dormire. Devo però tenere in considerazione che il percorso si snoda tra valli relativamente calde e passi vicini a ghiacciai. Arrivato il giorno della partenza, peso lo zaino che, considerando 1L d’acqua, sarebbe arrivato a 5,6 kg. Penso che tutto sommato non sia tanto, ma dopo i primi 80km inizierò a cambiare idea.

Il primo giorno é il più duro, con due passi a 2800m e la distanza maggiore da coprire. So che non devo forzare molto il ritmo perchè poi lo pagherei nei giorni successivi. E comunque voglio anche godermi un po’ il panorama, che monti come l’Eiger e lo Jungfrau possono assicurare. Così infatti arrivo a sera, entrando nell’hotel alle 23.00 sotto la pioggia. Unico problema incontrato un dolore alla caviglia, che però riesco a risolvere correndo con la scarpa allacciata solo sopra la pianta del piede. Un aspetto invece molto positivo è la segnalazione del sentiero, che coincide con il percorso svizzero numero 1, rendendo la traccia GPS praticamente inutile.

Il secondo giorno inizia da dove il primo aveva finito, ossia con la pioggia. E così continua fino a mezzogiorno. Il bello è che una coppia che avevo incontrato il giorno prima e faceva il percorso in senso opposto mi dice che il tratto che avrei fatto appena sveglio era il più bello. Mi accontenterò delle foto…degli altri. Mi fermo in un paese per mangiare qualcosa di caldo e, contando nel fatto di trovare cibo familiare, entro in un ristorante italiano. Prendo una zuppa di patate che altro non è che purè allungato con un po’ d’acqua, molto poca. Riparto ancora sotto la pioggia e dopo qualche minuto capisco che qualcosa nel mio stomaco non va…

Jungfrau

Nel pomeriggio il tempo migliora ma non riesco a godermi più di tanto la giornata e, anche se riesco a continuare a mangiare Snickers, la nausea mi obbliga a fermarmi prima di dove diceva il mio Excel. Saltano quindi tutte le prenotazioni degli hotel, ma dato che gli Svizzeri sono di media buoni e gentili, mi rimborsano tutte le notti anche se non era previsto da Booking.

Il giorno successivo si rivela il migliore, non sento particolare stanchezza e il tempo è clemente. A colazione cambio tattica e invece di svegliarmi presto e mangiare al sacco, svaligio il buffet.  Ripeto lo stesso il quarto giorno, ma il fatto di aver passato più di 72 ore da solo, incontrando principalmente mucche e pecore, inizia a farsi sentire sulla testa. Il classico grüezi (“ciao” in svizzero-tedesco) non mi esce più molto bene. C’è anche da dire che la distanza massima che avevo corso prima di quel momento erano 120km e inizio ad accusare qualche dolore.

Englestlensee

E’ comunque una bella giornata da passare sui monti quindi vado avanti, ad un ritmo più lento, ma comunque correndo. Decido di fermarmi nel tardo pomeriggio dopo 250km, sapendo che non me ne mancano altri 30, ma, secondo la mappa, più del doppio. Seduto al tavolino di un bar, con una meritata birra in mano, penso per un istante a ripartire il mattino successivo, ma decido di chiudere questo tentativo e far tesoro delle lezioni imparate per il prossimo anno. Non c’è fretta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *