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TOR: ovvero, come rovinare una passeggiata

TOR: ovvero, come rovinare una passeggiata

TOR: ovvero, come rovinare una passeggiata

Partiamo da un assunto che un grande teorico della corsa su lunga distanza ha donato ai posteri:

“ se il vincitore ci mette più di 24 ore è solo una gita del CAI”
Francesco paco Gentilucci

motivo per cui, il TOR, fa schifo.
No dai, che adesso tutti saranno lì già pronti a riempirmi la casella della posta elettronica di insulti, minacce di morte e denunce, chiariamoci, il TOR fa schifo a me, non dico che faccia schifo in assoluto, il mondo è bello anche perché de gustibus non disputandum est.
Partendo da questa evidenza, se non siete già troppo scandalizzati e non avete già imbustato dell’antrace da spedirmi, provo a spiegare i miei motivi:

La regola del CAI
le gare di corsa per me sono gare di corsa. Il che magari può sembrare assurdo e banale detto così, ma se pensate al TOR, non lo è. Il vincitore ci mette tre giorni. Ripeto, tre giorni. È una media oraria dei 4 km/ora, e ragazzi ve lo dico, se provate a convincermi che andare ai 4 km orari equivale a correre, avete più probabilità a convincermi che Kurt Cobain non è morto ma è risorto su un’isola, ha smesso di farsi di eroina ed è diventato intonato.

Chissa cosa si starà vedendo Collè al posto di quella mela


Guida galattica per autostoppisti
Mi riferisco a tutti i casi che ci sono stati in passato di denunce e “fattacci” nella gara, dal doping, ai passaggi in macchina, alle guerre tra regione e organizzazione, al 4k, ai corridori sequestrati dai NAS all’arrivo, allo scandalo dei sorteggi in cui venivano ammessi tutti gli stranieri, alle edizioni della gara sospesa per mal tempo e tutte le vicende da tabloid di gossip che hanno sporcato questa corsa fin dalle primissime edizioni. Insomma, siamo lontani dal fair play delle 100 miglia degli States, ma lontani anni luce;

uno dei momenti della “gara di corsa”

La gara del chi ce lo ha più duro
Quale è la motivazione per cui le persone vogliono “correre” il TOR? Credo risieda nel decretare la durezza dei propri attributi. In modo non così evidente come comprarsi un macchinone che fa 5 km con un litro di benzina ovvio, ma di sicuro per raccontarlo. Lo stesso vecchio principio per cui non hai mai corso una maratona se non hai corso a New York. Su Wikipedia si parla di “trail più duro del mondo”; ma per cosa? per il dislivello e i chilometri? è chiaramente un fatto interessante solo per i survivor dei cancelli orari, perché il livello della gara è ben lontano da una Western States corsa in 14 ore e 30.
Il fattore dell’ “ho corso 330 km” e del voler a tutti i costi cercare una gara “estrema” “più lunga e più dura” e cazzate del genere mi disamora alla gara. Anche perché, puoi anche fare una gara di sei mesi, ma se cammini è solo una gara a chi resta per ultimo in piedi, e di nuovo, non una gara di corsa, al massimo di sopravvivenza.  Anche mio padre ha fatto il Cammino di Santiago, ma non è che va in giro a vantarsene come se avesse fatto una gara “di corsa” durissima. Mi pare che il TOR rappresenti un po’ il voler cercare la gara “ce l’ho più duro io” del calendario delle gare;

rifletti un attimo, un sacchetto della spesa attorno alle caviglie

È un giro per rifugi
Se mi vendeste il TOR come un giro per rifugi, forse, ci penserei. Non ho mai detto che la Val D’Aosta non è fantastica o che il giro non sia figo. Come trekking, con gli amici, fermandosi a mangiare un piatto di polenta e bevendo una birra ci sta. È per questo che, amici che lottate per il cancello di 150 ore, non dovreste spacciarmi il TOR come una gara. 150 ore sono una settimana intera. Avete fatto un giro per rifugi, un bellissimo, fantastico, emozionante e costoso (750 Euro)…giro per rifugi.

I farmaci, gli zombie
Vedere gente gonfia in faccia, ginocchia sformate, aghi, punture, siringhe, flebo, antidolorifici come caramelle e altre pratiche quantomeno “oscure” è uno dei lati che più mi ammorba del TOR. Il fatto che le persone vogliano continuare nonostante stanno male è cosa piuttosto comune nelle ultra, ma al TOR è risaputo che l’intervento dei dottori è pratica diffusa. Per me farmaci e sport sono due cose ben distinte, in qualsiasi gara di corsa, qualsiasi, che sia un vertical o una 100 miglia. Gli zombie invece, ovvero i morti viventi che ciondolano doloranti inciampando sui sassi e barcollando distrutti e incapaci anche solo di camminare correttamente, mi danno fastidio alla vista, perché sono un’esteta del gesto. Non si sporca il gesto sacro della corsa;

La privazione di sonno
Vedere Collè che si addormenta sui bastoncini e per fortuna viene visto da qualcuno e non muore di freddo non mi provoca, personalmente, nessuna passione per la gara.
Si corre con la privazione di sonno, soprattutto chi vuole arrivare davanti. E quindi, è una gara in cui conta l’allenamento e la performance o solo il minor senso di autoconservazione?

divertimento smodato al TOR

Manco vinci una fibbia
Anche se ti vinci sto TOR, mica vieni invitato come ospite a Buckled Podcast da Alessandro Locatelli. Quindi alla fine, tutto sto sbattimento proprio non lo capisco.

11 risposte

  1. Il TOR DES GEANTS l’unica competizione al mondo che si vanta di essere la più dura e poi :
    Non richiede alcun curriculum hai partecipanti ; quindi il mio vicino di casa che mai era andato in montagna a piedi si è potuto iscrivere.
    Non ha piani di sicurezza degni di nota in caso di brutto tempo, quindi in caso di condizioni critiche la gara diventa più epica.
    Non è garantita una sicurezza minima per i corridori infortunati ,perché su gran parte dei colli non ci sono né guide alpine né personale medico, ma è vietatissimo l’accompagnamento.
    Se Arrivi per primo ma è già notte non trovi piu’ nessuno degli organizzatori ad aspettarti stanno già dormendo su un cuscino imbottito di dollari ricavati giustamente dalla congrua iscrizione dei partecipanti ( vedere arrivo TOT DRET)

    1. Ecco capisco molto di più le critiche su organizzazione ecc … quelle sono condivisibili. Critiche in questo senso (se fondate) servono per avere maggior qualità a fronte di una spesa non da poco. Questo esula con tutto il resto scritto nell’articolo dove si critica l’idea di base dell’evento e soprattutto si spercula chi partecipa.

    2. Buona sera ragazzi, dovremmo tenere conto che anche gare molto più brevi vengono terminate in più di 24 ore da molti concorrenti.
      Detto questo ora si sta parlando di tor de giantes che può piacere oppure no …chiamiamola gara oppure passeggiata ma alla fine è una cosa che uno fa per se stesso e non per fare vedere agli amici solo che si è fatta una passeggiata di 340 km ….ma per alcuni si unisce l’utile al dilettevole con supporto e basi vita….oppure le gare sarebbero solo per atleti con la A maiuscola ,e gli altri cosa farebbero? Le gare sono tutte belle ma ce chi preferisce gare lunghe oppure no.
      Ci vorrebbe solo il buon senso e il rispetto per tutti.

  2. Da nessuna parte (vedi sito ufficiale) il TOR è associato alla parola “corsa”. Viene presentato come gara di “Endurance Trail” ed è una competizione perchè c’è una classifica. Può essere che qualcuno faccia il TOR solo per avercelo più lungo, anzi sicuramente sarà così. Ma questo vale anche per UTMB o altre gare. Citi più volte la WS, come se tutti potessero andare a fare un gara in California e come se non ci sia dell’ego nel mostrare poi la fibbia. Rispetto la libertà di pensiero e parola, ma questo post non ne azzecca una. Se poi serve come pubblicità per farvi conoscere allora lo capisco di più. Ciao!

    1. Ciao Stefano, l’articolo è di Paco e rispecchia la sua idea, non quella del sito. Che da libertà di parola a chiunque voglia intervenire, e difatti domani pubblicheremo anche l’altro lato della medaglia.

      Onestamente quella della pubblicità mi sembra un po’forzata, considerata la diffusione del sito e del suo blog: spero che la pubblicità venga dalla qualità del lavoro che facciamo, non da un articolo ironico, stiamo sempre parlando di una gara di corsa… può piacere o meno, ma non stiamo mica giudicando i sogni e le aspettative delle persone!

  3. Come ho già scritto su FB il discorso pubblicitario è una provocazione alla provocazione. Ho riletto alcuni passaggi e continuo a pensare le stesse cose scritte sopra. Vengono “sperculate” delle persone che partecipano a una competizione e dunque si giudicano le loro aspettative e i loro sogni, facendo di tutta l’erba un fascio. Comunque mi fa piacere che in generale DU abbia un’altra idea.

  4. Aggiungo un altro commento, dopo quello più scherzoso scritto poco dopo la pubblicazione dell’articolo.
    L’articolo ha un taglio ironico e va bene, così come va bene che ci sia chi non è attratto dal Tor, magari proprio per le ragioni elencate nell’articolo: l’eccessiva lentezza della gara, l’abuso di farmaci, la privazione del sonno e la distruttività fisica della gara possono essere tutte buone ragioni per tenersene lontani.
    Però alcune cose vorrei precisarle. Prima di tutto, percorrere le due Alte Vie di seguito in 150 ore non è una passeggiata per rifugi. Personalmente non sono sicuro che riuscirei a dormire ogni notte in rifugio alzandomi alle 7 del mattino e riuscendo a completare il giro in 6 giorni e 6 ore. E dentro DU almeno qualcuno sa che non sono uno poco portato per le lunghe distanze. Una cosa del genere dovrebbe essere stata fatta da Guillon e Le Saux nel 2014 come allenamento, ma si tratta di 2 atleti decisamente al di sopra della media.
    Quanto ai paragoni con la Western States, non c’entrano molto. La WS è una gara con una impostazione molto diversa da quelle europee e, non a caso, vede eccellere Jim Walmsley, atleta straordinario, ma che sulle 100 miglia meno corribili è finora andato incontro a delle batoste, visto che, se non sbaglio, è saltato a due UTMB e a una Diagonale des Fous. In Europa Walmsley è andato molto bene quest’anno alla Sierre-Zinal, che però è una gara intanto breve e poi, come dice Kilian, non adatta a nessuno: troppo tecnica per i corridori, troppo corribile per i montanari (tuttavia proprio quest’anno, se Walmsley è andato molto bene, Kilian è andato molto meglio). Personalmente la WS non mi attira e della sua fibbia non mi importa nulla, molto meglio il gilet dell’UTMB, che posso sfoggiare più facilmente ed è meno tamarro. E poi costa. Se sarò sorteggiato per il Tor dovrò fare un bel sacrificio economico, non comparabile però a quello per la WS, che, a meno che non accada qualcosa di imprevisto nella mia vita, non potrò mai permettermi (così come non potrò mai permettermi la Hardrock, e questo sì che mi dispiace).
    Infine: Buckled Podcast e Alessandro Locatelli non ho idea di chi e che cosa siano, ma magari è una lacuna grave. O forse no.

  5. Non credo che faro’ mai il TOR , condivido in buona parte , ma non totalmente. In effetti , lo vedo molto piu’ come un megatrekking , anche se per avere lo stesso trattamento ci hanno fatto un preventivo di 250 euro a testa negli stessi rifugi. Per cui se proprio dovessi, scegilerei la formula ” con tre amici fighi in giro per la Vallèe” .

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